CArMe La Nuova Passeggiata Archeologica Concorso Internazionale di progettazione ad un grado degli interventi nell’area dei Fori Imperiali
Il nuovo disegno per Via dei Fori Imperiali si configura come un progetto di risignificazione delle tracce storiche che hanno concorso, nel tempo, alla realizzazione dell’attuale forma di questo straordinario lembo di città.
Nella nostra proposta progettuale intendiamo ripristinare la stratificazione che aveva visto Roma crescere su essa stessa dall’antico impero alla città preunitaria. Ricreare la scoperta dei ruderi antichi in prossimità delle necessità quotidiane. L’obbiettivo quindi è l’annullamento dell’asse rettilineo che unisce piazza Venezia al Colosseo, l’abbandono di una vista frettolosa ad alta velocità per ripristinare una visione lenta, propria del pedone che disvela i resti archeologici in sequenza. L’antica posizione del Colosseo al centro del lago di Nerone sarà d’ispirazione per la nuova sistemazione di tutta l’area. La severità, l’imponenza, i monumenti isolati, lasceranno il posto ad una visione nuova, più vicina a quella originaria precedente l’intervento di sventramento voluto da Mussolini.
Il nuovo info-point vuole costituire per i turisti un punto d’incontro e di partenza per la visita dell’intera area archeologica; esso sarà la cerniera di collegamento tra il livello dell’attuale via dei Fori Imperiali e quello sovrastante il muro creato dal Muñoz.
L’idea di una strada pedonale in quota vuole creare un inedito punto di vista prospettico sull’area archeologica. Essa unirà l’info point, via del Tempio della Pace, Palazzo Silvestri Rivaldi, largo Gaetano Agnesi, via Nicola Salvi, via dei Fori Imperiali.
Lasciando intatto il muro in laterizio e travertino progettato dal Muñoz, la nuova passeggiata sopraelevata genererà nuove vedute verso il Colosseo, la Basilica di Massenzio ed il tempio di Venere, nuovi scenari iconici, destinati ad arricchire la nuova “passeggiata archeologica”.
L’obiettivo sulla quale il progetto fonda le proprie ragioni d’essere è costituito dalla volontà di ricomporre lo spazio dell’intera area archeologica a partire dall’idea che il ruolo dell’architettura e del paesaggio, nel rapporto tra nuovo e antico, debba essere capace di costituirsi come elemento in grado di ridefinire l’identità e la riconoscibilità del luogo stesso attraverso quello che David Chipperfield definisce come “Common Ground”, lo spazio tra le cose, il suolo , elemento stratificato che concorre a formare il continuum spaziale della città.
Elemento cardine che il progetto prova a costruire è proprio l’idea che lega i frammenti del passato al necessario progetto del nuovo capace di rendere maggiormente fruibile e riconoscibile l’intera area archeologica, l’intervento si definisce quindi come ineluttabile variazione di sguardo che considera il progetto come generatore di prospettive nuove che rileggono le qualità dei luoghi e le relazioni tra gli spazi, l’architettura, la città ed il territorio.
Le tracce e le memorie degli impianti dei fori vengono lette e riportate “ in superficie” diventando gli elementi che, con le loro giaciture , definiscono gli spazi attrezzati dello stare, del guardare e del conoscere.
Luogo / Roma
Anno / 2024
Committente
/ Comune di RomaIncarico
/ concorso internazionaleProgettisti
/ Obicua Architetti s.r.l - Luigi Filetici - Form-A - PROAP Estudios e Projectos de Arquyitectura paisagista - Federica Galiffa - Silvia Pissagro - Stefano MattozziImpianti
/ Hydroingea srl